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Percorso dei borghi silenti

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Agriturismo Cerqueti partecipa al percorso dei borghi silenti agevolando il cammino dei pellegni con tariffe speciali.

Transfert a pagamento per Acqualoreto Morre e Collelungo.

Una componente fondamentale del Cammino sono le persone e le attività ricettive, compreso l’agriturismo Cerqueti, che si trovano nei borghi attraversati. Probabilmente è così in tutti i cammini ma nei Borghi Silenti il legame che si è instaurato tra i pellegrini e i residenti è ancora più forte. Questo perché i paesi sono abitati prevalentemente da persone anziane, le quali hanno visto coi propri occhi spopolarsi queste terre anno dopo anno; nonostante questa fetta di Umbria sia ben collegata con il resto d’Italia, vista la vicinanza con autostrada e ferrovia, si è assistito a una forte emigrazione verso le grandi città nel corso degli ultimi trenta anni, tanto che ben pochi sono i giovani rimasti che collaborano con le attività del Cammino. Durante la pandemia, quando erano vietate feste e sagre, unici momenti dell’anno in cui questi borghi si ripopolavano un poco, sono stati i pellegrini di passaggio a rendere le giornate meno monotone, a far letteralmente compagnia nelle viuzze e nelle piazzette, agli anziani residenti. Ogni camminatore che passava era un evento, una piccola festa, una possibilità di poter scambiare due chiacchiere: a Toscolano come a Scoppieto, ci si dava – e ci si dà tuttora – appuntamento in piazza per aspettare questi strani personaggi, venuti addirittura dal nord Italia, che passano quotidianamente dentro questi borghi dimenticati dai più. Una festa, un ritrovo, una compagnia. Il Cammino quasi fosse un servizio socialmente utile, un modo per non lasciare sole persone e paesi che altrimenti nessuno avrebbe visitato. Chi non ha incontrato il Galletto a Scoppieto, “il sindaco” dei Borghi Silenti, novantatre anni suonati e una giornata regolata dall’andirivieni dei pellegrini: alle nove in punto è già in piazza con il suo timbro personalizzato da mettere sulle credenziali, alle dodici, sempre puntuale, stacca mezz’ora per andare a pranzo ma, cascasse il mondo, alle dodici e trenta precise è di nuovo lì, a raccontare pezzi della sua vita, pezzi di storia di questo piccolo borgo a picco sul lago di Corbara. Il Cammino è vita, non solo per chi lo percorre. La funzione di un percorso come questo è anche un servizio reso all’economia di questi luoghi, privata di qualsiasi rilevanza da decenni di sprovveduta gestione che ha desertificato questo angolo d’Italia magnifico e sconosciuto. All’inizio della storia, quando Marco Fioroni l’ha pensato e disegnato, non è stato affatto facile poter trovare accoglienze per i pellegrini, per il semplice fatto che, priva di turismo, questa zona semplicemente non ne aveva. Bed and breakfast praticamente sconosciuti, l’agriturismo Cerqueti e pochi altri  sparsi qua e là, se si eccettua il caso di Civitella del Lago, luogo conosciuto e frequentato anche prima. Eppure nel giro di pochi mesi abbiamo assistito a una ripresa vitale, economicamente importante per il territorio, con decine di persone che chiedevano consigli su come aprire magari un piccolo alloggio, di poter mettere a disposizione alcune di quelle centinaia di case sfitte e disabitate da anni di cui sono composti questi paesi. I borghi silenti evocano un’immagine poetica e profonda ma, come diciamo spesso, purtroppo il loro silenzio è sinonimo di una crisi demografica profondissima che il Cammino può solo in parte lenire. La fortuna del camminatore che arriva è quella di trovare un ambiente intatto, sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico: l’intervento dell’uomo è sporadico e poco appariscente, si cammina veramente in un ambiente incontaminato, un vero e proprio salto all’indietro nel tempo. Ascoltando le voci dei pellegrini, ciascuno porta con sé un frammento di qualcosa di inafferrabile, difficile da spiegare anche con le parole. A volte si ha proprio l’impressione, guardando i loro occhi mentre provano a spiegare quel che li ha maggiormente colpiti, che la commozione stia per far sgorgare le lacrime, che il silenzio e gli infiniti orizzonti abbiano scosso gli animi fin nel profondo. D’altronde in tutti i cammini c’è come una livella che spiana, resetta, riallinea ogni cosa e tutti quanti: non esistono classi sociali, non ci sono divari economici, non c’è cultura e titolo di studio che tenga, i camminatori sono un tutt’uno, una specie unica che condivide pluralmente quella voglia di farsi pellegrino. Chi cammina per gioco, chi per il gusto di avere pergamene da appendere al muro della propria camera, chi per il gusto della scoperta, chi per lenire un dolore intimo, chi per il semplice fatto che i cammini ci sono e andranno pur percorsi ma tutti sono legati dalle stille di sudore, dal gusto di mangiar polvere e prendere acqua a catinelle se occorre, da quel sentirsi nomadi dentro come a rispondere a una chiamata ancestrale che nessuna modernità ha ancora scalfito.

La curiosità più evidente del Cammino dei Borghi Silenti però, a mio avviso, risiede nel fatto che è stato creato, pubblicizzato e viene gestito come un’impresa privata. Il CBS è un’azienda nel vero senso del termine, un’azienda che ha creato posti di lavoro e che ha ridato un futuro economico ad un territorio marginalizzato. Inoltre, la gestione privata, seppur effettuata sempre di concerto con le amministrazioni pubbliche locali, ha permesso di snellire qualsiasi operazione legata alle decisioni fondamentali, come quella sul tracciato, dal suo disegno originario fino alla sua manutenzione costante. Gli inizi sono stati letteralmente sottotraccia, con Marco Fioroni che, dapprima studiato a tavolino ogni cosa, poi piano piano tutto è stato portato sul terreno e infine, a cose praticamente fatte, è stata data la notizia della sua creazione. In questo progetto non c’è neanche un euro di intervento pubblico! Non è questione di tirarsela, è questione di portare a compimento un progetto “folle” senza dover passare tra gli ingranaggi burocratici e campanilistici che anche in questo piccolo territorio fungono da freno al motore dell’economia locale. E, dunque, la competenza di chi sa cosa vuole ottenere e come poterlo ottenere, è riuscita a scardinare quelle incrostazioni materiali e no che hanno permesso a chiunque l’abbia percorso, di riconoscere nel CBS un unicum nel panorama dei cammini italiani. Il fatto di non essere abbandonati a sé stessi, di venir seguiti costantemente dall’organizzazione, di trovare sempre qualcuno a disposizione per ogni occorrenza, di poter fare due chiacchiere con chi questa cosa l’ha pensata e messa in atto, non sono affatto cose di secondaria importanza. Soprattutto per coloro – e sono tanti, specialmente donne – che decidono di partire completamente soli, affrontando il cammino in un territorio poco abitato. La forza è stata quella di non aver lasciato nulla all’improvvisazione, ogni anno c’è stato sempre un miglioramento, ora nel percorso, ora nella segnaletica, ora nei servizi a contorno. L’esperienza acquisita nel corso degli anni (relativamente pochi, a dire il vero), ha permesso a Marco di immedesimarsi fino alla pignoleria negli abiti di ciascun camminatore, non tralasciando neanche i dettagli meno significativi; questo, bisogna riconoscerlo, è stato un punto di forza perché se è vero che il percorso è assai “semplice” per coloro che hanno moltissima esperienza dei cammini, per i neofiti o per coloro che non ne abbiano molta, il CBS diventa un banco di prova di assoluto valore. Senza voler esagerare, ritengo che questo cammino sia un po’ una scuola per chiunque voglia iniziare l’esperienza del pellegrino, cimentandosi poi in futuro con percorsi più lunghi e probanti.

In conclusione: il CBS è una sorta di progetto quadro, un percorso che andrebbe imitato ovunque in Italia per rilanciare quei territori altrimenti marginalizzati attraverso un turismo rispettoso, ecologico, lento. Un turismo, quello del pellegrino, che aiuta a conoscere veramente a fondo le bellezza ineguagliabili dell’Italia, ovunque si vada.

INFO E PRENOTAZIONI

tel.: 334 534 7219
mail: info@cerqueti.it

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